Il 26 marzo
scorso ho assistito a un convegno presso l’Ordine
degli Architetti di Roma, che si è concluso con la firma del Protocollo d’Intesa sulla promozione della cultura del progetto sostenibile e dell’efficienza
energetica, per la valorizzazione delle
professioni e dei lavori green. A firmare erano l’Ordine degli Architetti di
Roma, il Consiglio Nazionale e le
organizzazioni sindacali Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil.
Per l’importanza dei contenuti e l’entusiasmo comune che
c’era nell'auspicare e richiedere un rapido e strutturale cambiamento nel settore, forse questa giornata davvero può essere
vista come punto di partenza per il
riavvio e la “ricostruzione” di un settore ormai allo stremo, una ripartenza che evidenzia come la coesione, fondamentale in tutti i
momenti di difficoltà, possa fare la differenza.
Il processo edilizio,
infatti, è frutto di un grande lavoro di
squadra: pubblica amministrazione, progettisti, committenti, lavoratori
dell’edilizia, tutti devono collaborare per il buon risultato si tratta di un lavoro corale.
Il Protocollo mira a realizzare progetti di formazione e di divulgazione dei criteri di efficienza
e contenimento energetico, sia per il patrimonio
edilizio pubblico che privato, agendo sia sulla riqualificazione, la valorizzazione
e l’efficientamento energetico, intervenendo su grande scala, quindi a livello
urbano, ma non tralasciando di certo la riqualificazione statica e
strutturale del patrimonio edilizio
privato esistente, che purtroppo spesso viene dimenticato, lasciato sempre più all’incuria e pertanto al declino. Tanto declino dipende da mancanza di fondi, soprattutto
nell'edilizia privata, dove le famiglie
si trovano a dover affrontare tanti problemi contingenti. Tuttavia riuscire ad
agganciare la ripresa, oltre a dare
respiro a uno dei settori che sempre è stato tra i più importanti per
l’economia italiana, il settore delle
costruzioni, significa contemporaneamente rispondere ai problemi delle famiglie, sia dal punto di vista lavorativo, che abitativo, ma significa
anche rendere loro la qualità edilizia
che meritano, tutti aspetti che contribuiscono a ritrovare quel benessere e quella serenità che è giunta l’ora di rimettere in circolo, restituendo un
po’ di ottimismo, antidoto alla depressione e all’incertezza che colpisce ormai
il nostro paese.
Tutto questo può
essere reso possibile “semplicemente” sfruttando
bene le opportunità delle risorse previste dalla programmazione europea
2014-2020, fondi messi a disposizione proprio per l’efficienza energetica e
le aree urbane.
Tra i punti di forza del
Protocollo ci sono anche quelli di predisporre percorsi formativi e di alta specializzazione per i professionisti
ed i lavoratori del settore così da poter dare maggiori possibilità d’impiego, formando
personale specializzato, ma anche
riconvertendo figure professionali standard in personale qualificato in un
settore specifico, rendendolo più
appetibile in un mondo del lavoro in continua evoluzione.
Sarà anche importante
incoraggiare le Amministrazioni comunali ad adottare regolamenti edilizi sostenibili, nonché a monte, gli enti territoriali, ai quali viene
chiesto di favorire l’adozione di strumenti di programmazione territoriale e
finanziaria e di pianificazione sostenibile.
La parola “sostenibilità”,
però non deve essere solo un mantra,
ormai questo aggettivo viene usato e abusato, non c’è provvedimento o strategia
politica che non contenga anche una sola volta questa parola, tuttavia si deve
ancora lavorare molto per instillare una coscienza realmente sostenibile, perché questa
coscienza rappresenta il nostro futuro, quello del sistema paese.
Ugo Sasso,
fondatore dell’Istituto Nazionale di
Bioarchitettura a Bolzano nel 1991, diceva che la sostenibilità non deve
esaurirsi col progetto di un edificio efficiente energeticamente ma deve avere al centro l’uomo, che è l’attore
principale.
Purtroppo oggi questa
sostenibilità continua ancora ad essere solo apparente, infatti come dice nel suo
intervento Patrizia Colletta, Consigliere
dell’Ordine degli Architetti di Roma e provincia e Presidente del Dipartimento “Progetto
sostenibile ed efficienza energetica”, “Non
è sostenibile un PRG quando continua a consumare territorio, e non è
sostenibile un patrimonio edilizio che continua a disperdere energia, che
continua a sprecare acqua”.
Per uscire dalla crisi, è assolutamente indispensabile
cambiare questo modello, bisogna riscoprire l’importanza che hanno i materiali, l’uso di quelli locali, il
poter considerare tutto il Ciclo di vita
di un prodotto, e non solo considerare l’impatto riferito a una data fase
della produzione dell’opera, non basta
pensare solo a ridurre i consumi energetici legati all’uso dell’edificio
finito, è vero che questo è irrinunciabile, ma fare finta che le fasi precedenti di produzione
dell’opera o di fine vita del prodotto,
con i relativi costi di demolizione e smantellamento,
non abbiano la propria valenza, significa avere una visione distorta e parziale.
Il patrimonio immobiliare che abbiamo oggi è pressoché vetusto, bisogna conciliare oltre all’adeguamento energetico degli edifici anche quello
statico, strutturale.
Molte volte non si riesce ad uscire dalla crisi, a far muovere l’economia a causa del
nostro prodotto locale più tipico: “ la
burocrazia”, a volte abbiamo anche le potenzialità, le idee, i mezzi, ma
rimaniamo imprigionati dalla macchina burocratica lunga, abbiamo adempimenti
lenti e tempi d’attesa spasmodici.
Altro tema che si sottolinea è che le detrazioni, dovrebbero
premiare chi si impegna a riqualificare
il patrimonio edilizio, quindi prevedere
esenzioni anche volte a strumenti di finanza locale, tasse locali, tipo IMU, TASI… in modo da poter incentivare
premiando le famiglie che fanno interventi di miglioramento, non solo con le
detrazioni IRPEF, che vanno più a lungo termine, ma premiarli in modo concreto e nell’immediato.
Il Progetto Eco Front
office: è a servizio di imprese e progettisti è volto a dare conoscenza immediata in campo nazionale,
regionale ecc. di tutte le
iniziative, detrazioni e formazione per la rete che coinvolge ordini,
sindacati, professionisti..
Come rimarcato anche da Fabrizio
Pascucci, Segretario Nazionale Feneal Uil, bisogna fare un patto tra chi
progetta, lavora, amministra, tra i beni culturali con chi fa opere pubbliche,
la programmazione è fondamentale, se
no il protocollo resta astratto, ci deve entrare la politica, altrimenti succede
come nel ’94, quando a Roma hanno approvato i piani per il risanamento delle periferie… e a tutt’oggi ancora non
è partito nessun intervento! Annunciare grandi progetti non realizzando nulla
non è sensato, manca portare a termine quanto stabilito in fase preliminare.
Lorenzo Bellicini,
Direttore Cresme Ricerche, interviene con dati concreti determinando quanto vale l’efficienza energetica nel
sistema paese.
Inizia dicendo che si è perso 9% del PIL, neanche una guerra avrebbe influito tanto
sull'economia. Durante la fase di espansione anni ‘70, si era investito tanto,
eravamo il sesto ciclo edilizio nella storia del nostro paese e adesso invece si
registrano -35% di investimenti -57%
nella nuova edilizia residenziale, con una
perdita del 60% sul valore delle case.
Con una crisi pesantissima della nuova costruzione, ma anche
delle opere pubbliche, basti pensare che nel 2012 sono stati destinati solo 23
miliardi di € investimenti in opere pubbliche.
Secondo dati ISTAT emerge che tra il 2005 e il 2012 la spesa
corrente è aumentata del 18.6% e le spese in opere pubbliche sono diminuite del
19%, tagliano gli investimenti in opere
pubbliche e aumentano le spese… come può essere sostenibile questo sistema?
Nel 2012 la spesa aumentata dello 0.7% e
gli investimenti sono diminuiti del 7.2%. È evidente che bisogna capirne le
cause.
Sappiamo che in 6 anni nel fotovoltaico, in piena crisi, sono
stati investiti 70 miliardi di € si
aveva a disposizione 57 miliardi di incentivi.. quindi le risorse ci sono, il problema è come queste vengono allocate,
come possiamo rilanciare una politica industriale nel settore, la politica
industriale deve essere accompagnata da criteri di riqualificazione energetica
e urbana.
Leopoldo Freyrie,
Presidente Consiglio Nazionale Architetti P.P.C., sottolinea come il progetto
di rigenerazione delle scuole italiane
sia un valido test che dobbiamo affrontare.
Non bisogna dare finanziamenti
a pioggia, ma solo a chi risponde a determinati criteri, i fondi vanno
messi su operazioni di qualità, verificabili. E anche per le operazioni di
risparmio energetico, come avviene in Germania, dovrebbero andare solo per operazioni che producano effettivo risparmio,
verificato, con dati reali. Non si possono costruire edifici che ancora
oggi consumino energia, usino materiali inquinanti, e con tempi inaccettabili
di realizzazione.
Bisogna rendere strutturali i provvedimenti e puntare a
risparmio, coinvolgendo anche i
lavoratori, non si può pensare di uscire dalla crisi non pensando anche al
lavoro.
I sindacati chiedono di pensare alla regolarità dei lavoratori nelle imprese, si deve premiare chi non
si presta alle logiche del ribasso del mercato, non solo il risparmio
energetico fine a se stesso, basterebbe ad esempio negare l’agibilità a quegli
edifici che non seguano principi eticamente corretti.
Dino Piacentini,
Presidente Aniem – Confimi sostiene che sia tornata l’emergenza casa, ma senz'altro c’è il bisogno di
risparmiare energia, se partiamo dal presupposto che il 37% della CO2 arriva dal riscaldamento urbano, e non
solo dai trasporti, questa è già un’emergenza. Se consideriamo poi che Il 70% dei fabbricati sono degli anni 50/60/70,
quindi costruiti con altri criteri, che erano quelli di costruire rapidamente
per dare la casa a tutti, in un paese che cresceva, che aveva un avanzamento
demografico enorme, adesso la situazione
è totalmente cambiata, si può ripartire, ma dando nuove risposte a vecchi bisogni: edifici non energivoro, antisismici.
Come sostiene anche Walter
schavella di Fillea CGIL, per il futuro serve nuova legge sui suoli, che orienti verso il consumo di suoli 0, che aiuti nella pianificazione e rigenerazione
urbana globale, è necessario orientare i fondi europei verso un piano operativo
nazionale città.
Il Ministro dell’Ambiente
Gianluca Galletti rimarca l’importanza della sicurezza, metà
delle scuole italiane hanno problemi significativi di sicurezza. In questo senso ci sono 3 tipi di situazione: i comuni che hanno i fondi, e i progetti
pronti, ma il patto di stabilità blocca le risorse, poi ci sono i
comuni che hanno i progetti ma non hanno le risorse, e non hanno neanche
capacità d’indebitamento per l’equilibrio di bilancio, quindi lo stato si deve
preoccupare di fornire risorse dirette, infine ci sono "gli sfortunati", o troppo piccoli,
che non hanno ne progetti ne risorse, su questi si deve intervenire di più, per
metterli in condizione di agire.
Entro il 1° di luglio va completata una mappatura completa
degli edifici scolastici presenti sul territorio. Il consumo degli edifici pubblici in Italia oggi è il 18% del totale dei consumi dello stato. Passando solo dalla
classe G alle B o C avremmo un risparmio
di 20/25% di consumi solo nel pubblico, dando un buon apporto al bilancio
dello stato.
Ermete Realacci,
Presidente della Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera dei
Deputati, sottolinea come l’eco bonus
abbia prodotto 19 miliardi d’investimenti e prodotto lavoro, e questa è la direzione, ma ci vuole un
cambiamento di ottica da parte della politica.
L’imu sulla prima
casa è stata in media di 235€, tra una casa costruita “bene” e una
costruita “male” c’è una differenza di
bolletta di 1.500€, ma questo finora non ha premiato le famiglie, invece, partire
da questo concetto, può essere un buon inizio per famiglie, per creare posti di
lavoro, per combattere l’inquinamento…
Da dati Cresma, il consumo di energia degli edifici
esistenti in Italia, vale 45 miliardi di
€ all’anno, oltre 10 volte la
manovra dell’Imu, il consumo delle
scuole italiane vale 1. 300 miliardi
di € l’anno, gli edifici pubblici,
da dati CONSIP, 5 miliardi di €
all’anno….
Lavorare su questi
numeri è emersione dal nero, usando il credito d’imposta, riduzione del bilancio,
questo ragionamento può fare l’Italia del futuro!
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