giovedì 3 aprile 2014

Il 26 marzo scorso ho assistito a un convegno presso l’Ordine degli Architetti di Roma, che si è concluso con la firma del Protocollo d’Intesa sulla promozione della cultura del progetto sostenibile e dell’efficienza energetica, per la valorizzazione delle professioni e dei lavori green. A firmare erano l’Ordine degli Architetti di Roma, il Consiglio Nazionale  e le organizzazioni sindacali Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil.

Per l’importanza dei contenuti e l’entusiasmo comune che c’era nell'auspicare e richiedere un rapido e strutturale cambiamento nel settore, forse questa giornata davvero può essere vista come punto di partenza per il riavvio e la “ricostruzione” di un settore ormai allo stremo,  una ripartenza che evidenzia come la coesione, fondamentale in tutti i momenti di difficoltà, possa fare la differenza.

Il processo edilizio, infatti, è frutto di un grande lavoro di squadra: pubblica amministrazione, progettisti, committenti, lavoratori dell’edilizia, tutti devono collaborare per il buon risultato si tratta di un lavoro corale.
Il Protocollo mira a realizzare progetti di formazione e di divulgazione dei criteri di efficienza e contenimento energetico, sia per il patrimonio edilizio pubblico che privato, agendo sia sulla riqualificazione, la valorizzazione e l’efficientamento energetico, intervenendo su grande scala, quindi a livello urbano, ma non tralasciando di certo la riqualificazione statica e strutturale del patrimonio edilizio privato esistente, che purtroppo spesso viene dimenticato, lasciato sempre più all’incuria e pertanto al declino. Tanto declino dipende da mancanza di fondi, soprattutto nell'edilizia privata, dove le famiglie si trovano a dover affrontare tanti problemi contingenti. Tuttavia riuscire ad agganciare la ripresa, oltre a dare respiro a uno dei settori che sempre è stato tra i più importanti per l’economia italiana, il settore delle costruzioni, significa contemporaneamente rispondere ai problemi delle famiglie, sia dal punto di vista lavorativo, che abitativo, ma significa anche rendere loro la qualità edilizia che meritano, tutti aspetti che contribuiscono a ritrovare quel benessere e quella serenità che è giunta l’ora di rimettere in circolo, restituendo un po’ di ottimismo, antidoto alla depressione e all’incertezza che colpisce ormai il nostro paese.
Tutto questo può essere reso possibile “semplicemente” sfruttando bene le opportunità delle risorse previste dalla programmazione europea 2014-2020, fondi messi a disposizione proprio per l’efficienza energetica e le aree urbane.

Tra i punti di forza del Protocollo ci sono anche quelli di predisporre percorsi formativi e di alta specializzazione per i professionisti ed i lavoratori del settore così da poter dare maggiori possibilità d’impiego, formando personale specializzato, ma anche riconvertendo figure professionali standard in personale qualificato in un settore specifico,  rendendolo più appetibile in un mondo del lavoro in continua evoluzione.

Sarà anche importante incoraggiare le Amministrazioni comunali ad adottare regolamenti edilizi sostenibili, nonché a monte, gli enti territoriali, ai quali viene chiesto di favorire l’adozione di strumenti di programmazione territoriale e finanziaria e di pianificazione sostenibile.

La parola “sostenibilità”, però non deve essere solo un mantra, ormai questo aggettivo viene usato e abusato, non c’è provvedimento o strategia politica che non contenga anche una sola volta questa parola, tuttavia si deve ancora lavorare molto per instillare una coscienza  realmente sostenibile, perché questa coscienza rappresenta il nostro futuro, quello del sistema paese.
Ugo Sasso, fondatore dell’Istituto Nazionale di Bioarchitettura a Bolzano nel 1991, diceva che la sostenibilità non deve esaurirsi col progetto di un edificio efficiente energeticamente ma deve avere al centro l’uomo, che è l’attore principale.
Purtroppo oggi questa sostenibilità continua ancora ad essere solo apparente, infatti come dice nel suo intervento Patrizia Colletta, Consigliere dell’Ordine degli Architetti di Roma e provincia e Presidente del Dipartimento “Progetto sostenibile ed efficienza energetica”, “Non è sostenibile un PRG quando continua a consumare territorio, e non è sostenibile un patrimonio edilizio che continua a disperdere energia, che continua a sprecare acqua”.

Per uscire dalla crisi, è assolutamente indispensabile cambiare questo modello, bisogna riscoprire l’importanza che hanno i materiali, l’uso di quelli locali, il poter considerare tutto il Ciclo di vita di un prodotto, e non solo considerare l’impatto riferito a una data fase della produzione dell’opera, non basta pensare solo a ridurre i consumi energetici legati all’uso dell’edificio finito, è vero che questo è irrinunciabile, ma fare finta che le fasi precedenti di produzione dell’opera o di fine vita del prodotto, con i relativi costi di demolizione e smantellamento, non abbiano la propria valenza, significa avere una visione distorta e parziale.

Il patrimonio immobiliare che abbiamo oggi è pressoché vetusto, bisogna conciliare oltre all’adeguamento energetico degli edifici anche quello statico, strutturale.
Molte volte non si riesce ad uscire dalla crisi, a far muovere l’economia a causa del nostro prodotto locale più tipico: “ la burocrazia”, a volte abbiamo anche le potenzialità, le idee, i mezzi, ma rimaniamo imprigionati dalla macchina burocratica lunga, abbiamo adempimenti lenti e tempi d’attesa spasmodici.
Altro tema che si sottolinea è che le detrazioni, dovrebbero  premiare chi si impegna a riqualificare il patrimonio edilizio, quindi prevedere esenzioni anche volte a strumenti di finanza locale, tasse locali, tipo  IMU, TASI… in modo da poter incentivare premiando le famiglie che fanno interventi di miglioramento, non solo con le detrazioni IRPEF, che vanno più a lungo termine, ma premiarli in modo concreto e nell’immediato.

Il Progetto Eco Front office: è a servizio di imprese e progettisti è volto a dare conoscenza immediata in campo nazionale, regionale ecc. di tutte le iniziative, detrazioni e formazione per la rete che coinvolge ordini, sindacati, professionisti..

Come rimarcato anche da Fabrizio Pascucci, Segretario Nazionale Feneal Uil, bisogna fare un patto tra chi progetta, lavora, amministra, tra i beni culturali con chi fa opere pubbliche, la programmazione è fondamentale, se no il protocollo resta astratto, ci deve entrare la politica, altrimenti succede come nel ’94, quando a Roma hanno approvato i piani per il risanamento delle periferie… e a tutt’oggi ancora non è partito nessun intervento! Annunciare grandi progetti non realizzando nulla non è sensato, manca portare a termine quanto stabilito in fase preliminare.

Lorenzo Bellicini, Direttore Cresme Ricerche, interviene con dati concreti determinando quanto vale l’efficienza energetica nel sistema paese.

Inizia dicendo che si è perso 9% del PIL, neanche una guerra avrebbe influito tanto sull'economia. Durante la fase di espansione anni ‘70, si era investito tanto, eravamo il sesto ciclo edilizio nella storia del nostro paese e adesso invece si registrano -35% di investimenti  -57% nella nuova edilizia residenziale, con una perdita del 60% sul valore delle case.

Con una crisi pesantissima della nuova costruzione, ma anche delle opere pubbliche, basti pensare che nel 2012 sono stati destinati solo 23 miliardi di € investimenti in opere pubbliche.
Secondo dati ISTAT emerge che tra il 2005 e il 2012 la spesa corrente è aumentata del 18.6% e le spese in opere pubbliche sono diminuite del 19%, tagliano gli investimenti in opere pubbliche e aumentano le spese… come può essere sostenibile questo sistema?  Nel 2012 la spesa aumentata dello 0.7% e gli investimenti sono diminuiti del 7.2%. È evidente che bisogna capirne le cause.
Sappiamo che in 6 anni nel fotovoltaico, in piena crisi, sono stati investiti  70 miliardi di € si aveva a disposizione 57 miliardi di incentivi.. quindi le risorse ci sono, il problema è come queste vengono allocate, come possiamo rilanciare una politica industriale nel settore, la politica industriale deve essere accompagnata da criteri di riqualificazione energetica e urbana.

Leopoldo Freyrie, Presidente Consiglio Nazionale Architetti P.P.C., sottolinea come il progetto di rigenerazione delle scuole italiane sia un valido test che dobbiamo affrontare.
Non bisogna dare finanziamenti a pioggia, ma solo a chi risponde a determinati criteri, i fondi vanno messi su operazioni di qualità, verificabili. E anche per le operazioni di risparmio energetico, come avviene in Germania, dovrebbero andare solo per operazioni che producano effettivo risparmio, verificato, con dati reali. Non si possono costruire edifici che ancora oggi consumino energia, usino materiali inquinanti, e con tempi inaccettabili di realizzazione.

Bisogna rendere strutturali i provvedimenti e puntare a risparmio, coinvolgendo anche i lavoratori, non si può pensare di uscire dalla crisi non pensando anche al lavoro.
I sindacati chiedono di pensare alla regolarità dei lavoratori nelle imprese, si deve premiare chi non si presta alle logiche del ribasso del mercato, non solo il risparmio energetico fine a se stesso, basterebbe ad esempio negare l’agibilità a quegli edifici che non seguano principi eticamente corretti.

Dino Piacentini, Presidente Aniem – Confimi sostiene che sia tornata l’emergenza casa, ma senz'altro c’è il bisogno di risparmiare energia, se partiamo dal presupposto che il 37% della CO2 arriva dal riscaldamento urbano, e non solo dai trasporti, questa è già un’emergenza. Se consideriamo poi che Il 70% dei fabbricati sono degli anni 50/60/70, quindi costruiti con altri criteri, che erano quelli di costruire rapidamente per dare la casa a tutti, in un paese che cresceva, che aveva un avanzamento demografico enorme, adesso la situazione è totalmente cambiata, si può ripartire, ma dando nuove risposte a vecchi bisogni: edifici non energivoro, antisismici.

Come sostiene anche Walter schavella di Fillea CGIL, per il futuro serve nuova legge sui suoli, che orienti verso il consumo di suoli 0, che aiuti nella pianificazione e rigenerazione urbana globale, è necessario orientare i fondi europei verso un piano operativo nazionale città.

Il Ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti rimarca l’importanza della sicurezza, metà delle scuole italiane hanno problemi significativi di sicurezza. In questo senso ci sono 3 tipi di situazione:  i comuni che hanno i fondi, e i progetti pronti, ma il patto di stabilità blocca le risorse, poi ci sono i comuni che hanno i progetti ma non hanno le risorse, e non hanno neanche capacità d’indebitamento per l’equilibrio di bilancio, quindi lo stato si deve preoccupare di fornire risorse dirette, infine ci sono "gli sfortunati", o troppo piccoli, che non hanno ne progetti ne risorse, su questi si deve intervenire di più, per metterli in condizione di agire.

Entro il 1° di luglio va completata una mappatura completa degli edifici scolastici presenti sul territorio. Il consumo degli edifici pubblici in Italia oggi è il 18% del totale dei consumi dello stato. Passando solo dalla classe G alle B o C avremmo un risparmio di 20/25% di consumi solo nel pubblico, dando un buon apporto al bilancio dello stato.

Ermete Realacci, Presidente della Commissione Ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera dei Deputati, sottolinea come l’eco bonus abbia prodotto 19 miliardi d’investimenti e prodotto lavoro, e questa è la direzione, ma ci vuole un cambiamento di ottica da parte della politica.

L’imu sulla prima casa è stata in media di 235€, tra una casa costruita “bene” e una costruita “male” c’è una differenza di bolletta di 1.500€, ma questo finora non ha premiato le famiglie, invece, partire da questo concetto, può essere un buon inizio per famiglie, per creare posti di lavoro, per combattere l’inquinamento…
Da dati Cresma, il consumo di energia degli edifici esistenti in Italia, vale 45 miliardi di € all’anno, oltre 10 volte la manovra dell’Imu, il consumo delle scuole italiane vale 1. 300 miliardi di € l’anno, gli edifici pubblici, da dati CONSIP, 5 miliardi di € all’anno….
Lavorare su questi numeri è emersione dal nero, usando il credito d’imposta, riduzione del bilancio, questo ragionamento può fare l’Italia del futuro!



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