lunedì 24 marzo 2014

Proprio perché oggi pare che la primavera si sia presa una pausa di riflessione e che la luce naturale non è proprio dalla nostra parte, voglio parlare di un argomento molto rilevante: l’importanza di una corretta illuminazione dei luoghi di lavoro.

Qualunque sia il vostro ufficio, dal dodicesimo piano di un grattacielo di vetro e acciaio, al mezzanino di un palazzetto d’epoca del centro della città, fino ad arrivare alla vostra sala da pranzo, magari al piano terra di un edificio degli anni ’60, che “casualmente” coincide anche con la vostra abitazione, cosa non molto remota in un mondo sempre più di freelance e lavoratori autonomi, essere ben “illuminati” può davvero fare la differenza.

Non per voler trovare sempre malanni relazionati a una non corretta composizione architettonica, però affaticamento visivo, stanchezza, stress, mal di testa, difficoltà di concentrazione, sono alcuni dei disagi connessi a un’errata illuminazione degli spazi di lavoro, fattori che contribuiscono al basso rendimento, nei casi più importanti all’assenteismo, causando comunque disattenzione e scoraggiamento. Al contrario, se l’illuminazione è corretta, questo fattore può essere positivamente incoraggiante, perché va a incentivare la produttività e a rendere più piacevole l’esecuzione di ogni compito.

Se vi capita spesso di trovarvi a socchiudere continuamente gli occhi per vedere meglio le schermate del pc o i documenti è sicuramente un segnale di inadeguata illuminazione del vostro ambiente di lavoro.
Per una corretta progettazione dell’illuminazione dell'area di lavoro, il primo passo, come sempre è rappresentato da una progettazione partecipata, quindi è fondamentale che sia consultato chi occupa quegli spazi, e che gli venga chiesto di descrivere accuratamente che tipo di attività vi svolge.

Oltre a definire esattamente le attività, è anche molto utile conoscere il tempo esatto che viene dedicato in media ad ogni attività, quindi calcolare la percentuale di tempo totale richiesto per ciascuna attività e l’accuratezza richiesta nell'esecuzione di ciascun compito, l’importanza del fattore tempo nell'esecuzione dell’incarico, la difficoltà visiva e l'età media dei lavoratori.
Tutte queste informazioni aiuteranno il progettista a comprendere meglio il tipo di illuminazione più opportuna a seconda dell’attività da svolgere nello spazio in questione. Troppa luce, può essere fastidiosa, e comunque essere uno spreco innecessario di energia, e poca luce, provoca una riduzione delle prestazioni e una cattiva predisposizione verso il lavoro.

Alcuni semplici suggerimenti per la corretta illuminazione in ufficio:
Garantire il massimo e miglior utilizzo della luce naturale proveniente dalle finestre, porte o lucernari, tuttavia, tenendo in conto che la luce solare non deve mai arrivare direttamente sui piani di lavoro, in quanto può provocare abbagliamento o aumento della temperatura dell’ambiente.
Inoltre, nel caso della luce artificiale, che andrà a coadiuvare quella naturale, è utile inserire alcune luci regolabili o installare interruttori per poter controllare e quindi regolare l'illuminazione e ridurre i riflessi e l’oscurità.

Per quanto riguarda il tipo di lampade da mettere nei luoghi di lavoro, si può optare per lampade fluorescenti, anche se, per garantire un risparmio energetico significativo, si parla addirittura dell’85%, è meglio impiegare lampade a Led, che oltre ad essere quelle più efficienti, risultano anche meno inquinanti delle lampade fluorescenti compatte, che contengono mercurio!

In linea generale le luci bianche sono ideali per gli spazi di lavoro, perché aumentano la concentrazione e la produttività. L'opposto vale per le luci giallastre, che, se in camera da letto o sala da pranzo sono indicate, perché creano ambienti caldi e rilassanti, sono decisamente sconsigliate, se quell’ambiente è anche quello scelto come spazio di lavoro o di studio. Quindi, se non si vuole perdere la concentrazione o peggio essere tentati dal divano, meglio predisporre una seconda luce di appoggio nell’angolo dedicato al lavoro, prevedendo magari una lampada a piantana o se ci si trova in fase di ristrutturazione, provvedendo direttamente a separare l’illuminazione dell’ambiente in due parti, ossia predisponendo dei punti luce sospesi in corrispondenza del piano di lavoro a luce bianca, e lampade o applique a luce calda, per il resto della stanza. In questo modo le due funzioni sono rese indipendenti e si può scegliere il tipo di luce da accendere, avere al contempo la giusta luce per il tempo dedicato al lavoro e quella più appropriata agli eventi conviviali, e quindi spegnere la luce della “zona lavoro” e rimanere solo con quella calda e rilassante della stanza.

Altro aspetto da considerare è che l’illuminazione a soffitto deve essere posizionata sui lati del piano di lavoro e il più possibile diretta obliquamente. Vale a dire che la direzione dello sguardo, orientata verso lo schermo del computer, deve essere parallela alla fonte di luce.

Per quel che riguarda invece, le sale riunioni, è necessaria un’illuminazione indiretta, soprattutto quando si richiede di spengere l’illuminazione generale per usare il proiettore. In questi ambienti è doveroso poter personalizzare la luce in ogni momento, e quindi, le luci indirette, oltre a creare un ambiente più piacevole e naturale, servono a “retroilluminare” e pertanto a mantenere più alta l’attenzione e la concentrazione.

Concludendo, quando si tratta di stare davanti a un computer o di trovarsi fermi nella stessa posizione diverse ore di seguito, illuminare e basta può non essere sufficiente, ma è fondamentale distribuire e scegliere le luci in modo adeguato per mantenere viva la concentrazione, non affaticare la vista, ma anche per influire positivamente sul benessere psico-fisico delle persone. 


0 commenti :

Posta un commento